Sono Riccardo, piacere di stupirvi
“Non ho bluffato con Velasco, non conoscevo i miei limiti. Ho fatto tutte le cose giuste”
“Come ho fatto? Credo di non aver commesso errori”. Riccardo Donato, corridore e studente di ingegneria, è abituato a pensare prima di parlare, e non si smentisce neanche in un momento di euforia, dopo aver trionfato a Capodarco. Prima del via aveva consumato l’attesa chiacchierando con Simone Velasco, proprio l’avversario al quale avrebbe sfilato la gioia della vittoria.
“Simone si è risentito dopo l’arrivo, ma sbaglia se pensa che io lo abbia ingannato. Io ho dato tutto nel finale, soprattutto in pianura, perché il mio primo obbiettivo era che la nostra fuga arrivasse in porto, pur sapendo di non essere il favorito – racconta Riccardo -. Prima dell’ultimo strappo ho detto a Simone che sarebbe toccato soprattutto a lui fare il ritmo in salita, così come io avevo fatto la maggior parte dello sforzo prima. Lui ha dato subito uno strappo, io ho perso un po’ di terreno, sul tratto in pavé ero indietro di due o tre bici, ma sono rimasto calmo e sono rientrato in progressione, tornando sulla ruota di Velasco all’inizio del viale d’arrivo. Lui si è di nuovo alzato sui pedali ed ha provato a scattare, ma non guadagnava più. Così l’ho rimontato ed ho vinto”.
L’analisi del risultato da parte di Donato è quella di un atleta che non è solito concedersi alibi: “Io non conoscevo i miei limiti, per questo anche un piazzamento mi sarebbe bastato. Finora la mia stagione è stata misera, mi sentivo deluso da me stesso. Oggi è stato il giorno del riscatto, anche se ho vinto una corsa, una corsa importante, non ho conquistato il mondo. C’è ancora molto da fare, la voglia ce l’ho, e questa è la squadra giusta per arrivare dove vorrei. Grazie a tutti”.